Velluti
In generale tutti i tessuti che presentano una superficie di fitto pelo disposto perpendicolarmente all'armatura, liscio, compatto, brillante. Sono detti falsi velluti quelli ottenuti con armatura semplice, il cui pelo vellutato deriva da operazioni di follatura, garzatura, cimatura, spazzolatura (ad esempio il beaver, il velour cardato per laneria femminile, le varietà di fustagni, etc.). I veri velluti sono invece dei tessuti di un certo spessore, caratteristici per la presenza di anelli o peli sporgenti. Possono essere fabbricati con due sistemi fondamentali di tessitura: a ferri o a doppia altezza. Nel primo caso, oltre a un tessuto di fondo ( legatura) vi è una catena supplementare: durante il tessimento si introduce nel passo dell'ordito una verga di ferro che, all'estrazione, può lasciare i fili supplementari arcuati ad anello (velluto riccio) oppure tagliarli sulla sommità dell'anello creando il caratteristico pelo. Nel secondo sistema si eseguono a telaio due tessuti sovrapposti, mantenuti a una certa distanza e legati da una catena supplementare comune ad entrambi. Dopo il tessimento si dividono i due tessuti tagliando al centro i fili supplementari, che creano in tal modo l'effetto del pelo. In tutti questi procedimenti il pelo appare unito, compatto, liscio. Altra variante è il velluto a coste, che può essere ottenuto sia per effetto di tessitura, sia per procedimento di spazzolatura, ceratura, calandratura, etc. Anche qui ci sono molte varietà: a costa larga, media, a 500 righe, a 1000 righe etc. Altri velluti sono stampati, operati, calandrati etc. Il velluto di cotone è ormai un classico, sempre di moda. Vengono comunque realizzati velluti in tutte le fibre e per tutti gli usi, dall'arredamento all'abbigliamento.